Le interviste di www.tuttomaldive.it
Max Molteni Manager e consulente alle Maldive
 

Le interviste di www.tuttomaldive.it
in collaborazione con Obi Max


max molteni manager e consulente alle maldive le interviste in esclusiva per www.tuttomaldive.it agli addetti del settore viaggi alle maldive(tour operator, diving, compagnie aeree, organizzazioni turisticheSuo Nome e Cognome :
Max Molteni

Età (se vuole) : 
Età 37 anni 

Dove sei nato e da dove nasce la passione per il tuo lavoro ?:
Sono nato a Legnano, a pochi chilometri dalla Malpensa, ma sono innamorato del Lago Maggiore, dove passo i miei periodi italiani. Sono venuto alle Maldive la prima volta nel marzo del 1989 a Kuramathi, nell’atollo di Ari, in vacanza insieme a mio padre. Avevo il brevetto subacqueo da poco ed ero entusiasta di potermi immergere per la prima volta in un mare tropicale. Mi ricordo che passavo le serate in spiaggia di fronte a spettacolari tramonti sognando di poter, un giorno, lavorare in questo paradiso.

Da quanto tempo sei alle Maldive ?:
Ho cominciato a vivere alle Maldive dal 1992, quando completai la mia prima stagione come istruttore subacqueo a Boduhithi per Club Vacanze. Da allora, qualche parentesi in Italia e qualche viaggio in giro per il mondo, ma di base sono sempre stato qui.

Che cosa hai fatto in questi anni ?:
Ho iniziato come guida subacquea per Club Vacanze. Nel 1993 sono salito a bordo della Fathuhul Bari, la migliore barca da crociera del tempo, e ne sono stato lo skipper per due anni. Poi mi sono trasferito a Male per capire se fosse stato possibile vivere alle Maldive al di là dei villaggi e delle barche da crociera. Mi improvvisai giornalista, realizzando un quotidiano di informazione per i resort italiani che raccoglieva notizie dall’Italia captate via radio quando internet non c’era ancora. Era molto letto e gradito, specialmente per le notizie sportive, e i villaggi lo distribuivano alla clientela tramite fotocopie. Poi iniziai, grazie ad alcune fortunate coincidenze, il lavoro di direttore alberghiero nel villaggio di Halaveli dove restai per tre anni. Sempre come direttore, ho trascorso anche un paio di stagioni ad Alimatha e tre anni al Dhonveli, curandone la difficile metamorfosi dal piccolo resort che era al grande villaggio turistico di oggi. Nel 2002 ho completato gli studi universitari di gestione alberghiera con tesi proprio sui villaggi turistici e la formula club. 

Di che cosa ti occupi ora  ?:
Ho una società di consulenza, assistenza per tour operators e gestione alberghiera con sede a Male, che ho aperto insieme al mio socio Ali Shareef, mio carissimo amico da anni. Insegno anche ‘animazione nel turismo’ e ‘lingua italiana’ alla scuola alberghiera della capitale e curo la costruzione di piccole barche da crociera per chi desidera il proprio mini-yacht alle Maldive. Inoltre mi occupo di ‘Maldive alternative’…

Cosa intendi per "Maldive alternative" ?:
Intendo le Maldive che non ti aspetti e che non trovi di solito nei cataloghi o in agenzia. Da un paio d’anni assisto coloro che desiderano trascorrere qualche giorno su un’isola di locali alla ricerca delle Maldive più genuine. Il mio socio Ali, li ospita nella casa che abbiamo realizzato insieme, Villa Stella, a Ribudhoo nell’atollo di Dhaalu. Ai margini della zona turistica, l’atollo è pieno di meravigliose isole deserte dove trascorrere incantevoli giornate all’insegna dello snorkeling, della pesca, e di barbeque privati. Le serate, invece, sono dedicate a conoscere la realtà locale dell’isola di Ribudhoo, famosa per i suoi artigiani orafi. Sull’isola abbiamo creato anche una piccola clinica grazie al contributo di tanti amici, dove i medici in visita alla villa possono eventualmente fare un po’di volontariato serale, coadiuvati dal medico indiano residente. 

Quali i consigli per chi volesse vivere e lavorare alle Maldive ?:
Chi decidesse di vivere alle Maldive dovrebbe avere innanzitutto una grande passione per il mare. E poi dovrebbe essere predisposto a vivere per mesi su isole piccolissime con un’umidità a volte soffocante. Per chi ci trascorre pochi giorni sono sicuramente un paradiso, ma sono tanti quelli che dopo qualche mese di permanenza si sono sentiti come in prigione. Quanto al tipo di lavoro, c’è ancora una discreta richiesta di personale subacqueo e di animatori, tour leader o personale alberghiero parlante la lingua italiana in quanto non ci sono ancora sufficientemente maldiviani per ricoprire tale richiesta.  

Com'è la tua vita lontano dall'Italia ?:
Ottima. Delle Maldive apprezzo la semplicità della gente e del loro modo di vivere. Inoltre trovo la burocrazia maldiviana ancora accettabile rispetto a quella italiana che ha una complessità e una lentezza incredibile. Io e Ali abbiamo costruito Villa Stella senza doverci preoccupare di far approvare il progetto da mille enti. E’ solo un esempio della semplicità maldiviana, e, di esempi così, potrei farne decine.  

Come sono organizzate le tue giornate ?:
Spesso sono in ufficio, a volte vado per lavoro a bordo di barche da crociera o nei villaggi turistici. Due giorni alla settimana insegno presso la scuola alberghiera di Male. Tanto tempo al computer. Non potrei separarmi per molto dal mio fedele portatile.

Cosa ti manca di più dell'Italia ?:
La cucina e il calcio. La prima perché odio il curry e amo invece i sapori della buona tavola nostrana. Purtroppo, in un paese musulmano non ha vita facile chi è goloso di salumi! Il calcio invece è la passione di sempre, ma per una questione di diritti televisivi, alle Maldive è sempre un’impresa poter vedere le partite del calcio italiano in tv. Mi consolo col fatto che, stando qui, ho assorbito meglio le molte delusioni che i tifosi interisti hanno vissuto in Italia negli ultimi anni. 

Di cosa non senti la mancanza ?:
Non sento la mancanza del ritmo della vita italiana, della metropolitana, delle discoteche e del fatto che ‘bisogna’ divertirsi a tutti i costi. Non mi sono mai piaciute le ricorrenze e tutto quello che ci ruota intorno. Le trovo piene di ipocrisie.

Come sono cambiate le Maldive negli ultimi anni ?:
Negli ultimi dieci anni le Maldive sono cambiate molto. Dal punto di vista turistico, l’arrivo delle grandi catene internazionali come l’Hilton e il Four Seasons ha innalzato la qualità dell’offerta alberghiera. Dal punto di vista sociale, internet e la televisione satellitare hanno avvicinato le Maldive al resto del mondo e stimolato lo sviluppo della società maldiviana. Negli ultimi tempi è nata una vivace dialettica politica fino a poco tempo fa impensabile, che, se ben diretta, potrà portare a diversi benefici.

Com'è la convivenza con i maldiviani ?:
Eccezionale. Se ho deciso di vivere alle Maldive è anche grazie ai maldiviani. Semplici, spontanei e molti ospitali, vivono alla giornata e mettono i figli sopra ogni cosa. Sono miti e molto generosi. Qualche difetto? Qualche volta un po’ presuntuosi e poco propensi al risparmio. La convivenza è semplice a patto di rispettare il loro modo di vivere. Ho uno splendido rapporto con Ali è la sua famiglia di cinque bambini: ormai è come se avessero uno zio adottivo. E’ stato tutto più semplice una volta imparato il dhivehi, la loro lingua.

Come hai fatto a imparare il maldiviano ?:
All’inizio è stata dura. Col tempo però è andata meglio anche perché ci sono due elementi che aiutano: una grammatica relativamente semplice e i suoni delle parole che sono abbastanza simili a quelli dell’italiano. Ho cominciato imparando a memoria un centinaio di vocaboli e poi sforzandomi di creare alcune frasi compiute. A bordo della Fathuhul Bari passavo molto tempo a parlare con l’equipaggio fino a che ho raggiunto un buon livello. Una volta a Male ho dovuto però correggere la lingua imparata in barca in quanto alcuni vocaboli che usavo non erano proprio da persona per bene…

Cosa comporta vivere in un Paese musulmano ?:
Penso che l’Islam, come viene vissuto alle Maldive, rappresenta un efficace codice di comportamento. I maldiviani delle isole dei pescatori sono molto religiosi e il rispetto della religione e la base per un’ottima convivenza. L’astenersi dal bere alcolici o dal mangiare e bere in pubblico durante il mese di Ramadan sono gesti molto apprezzati che aiutano lo straniero ad essere ben accetto dalla comunità locale. 

Come avete vissuto lo tsunami del dicembre 2004 ?:
Il 26 dicembre io mi trovavo al Dhonveli in qualità di direttore. Il villaggio è stato letteralmente passato da parte a parte da oltre un metro d’acqua causando danni ingenti e rendendo il villaggio assolutamente inagibile per oltre un mese. Si è detto già tanto sul sensazionalismo dei media occidentali nel raccontare l’evento e sulle conseguenze che lo tsunami ha avuto sulle popolazioni colpite e sul turismo. Su tutto ciò è superfluo aggiungere altro. Di un aspetto, invece, si è parlato poco. Durante i giorni successivi alla tragedia ho assistito alla straordinaria unità di un popolo di fronte a simile evento e ad un encomiabile spirito di aiuto reciproco. Un esempio di grande civiltà.

Durante la tua permanenza alle Maldive avrai incontrato personaggi "famosi" qual è quello che ti ha colpito di più e perché ?:
Le Maldive sono una destinazione piuttosto frequentata dai cosiddetti Vip. Tra coloro che ho conosciuto personalmente, Giorgio Armani mi ha colpito per la signorilità, Ornella Muti per la semplicità, Ilona Staller per la sincerità, e Patrizio Roversi per la spontaneità. 

La tua isola maldiviana ideale ?:
Facile: Ribudhoo, l’isola dei pescatori dove ho costruito la casa. Un’oasi di pace e tranquillità dove il tempo sembra si sia fermato.

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