Il Meteo di www.tuttomaldive.it
Articolo di metereologia maldiviana
 

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Cos’è il monsone?
Il clima maldiviano è caratterizzato dal monsone (dal persiano manzin = stagione); questo è un particolare fenomeno meteorologico che s’identifica comunemente (ma non propriamente) col suo effetto piú evidente: un vento costante che soffia tutto l’anno, il piú delle volte a livello di brezza, e che inverte la sua direzione media ogni sei mesi circa (dal continente asiatico verso l'Oceano Indiano da metà novembre a metà maggio, viceversa il resto dell’anno). Tutto ciò avviene soltanto al livello del suolo, mentre in quota, quello che per semplicità chiameremo monsone assume generalmente direzioni opposte o comunque diverse. 

Perché le Maldive sono soggette al monsone?
Il monsone si genera, come ogni vento, per la differenza di pressione che esiste, alla stessa quota in due zone distinte.

Cioè, per esempio, cosa succede quando da noi è inverno?
Consideriamo la situazione durante il nostro inverno. Sul continente asiatico (India e in particolare Siberia) si forma una vasta area di pressione molto alta al suolo; sull'Oceano indiano australe (a sud dell’equatore) la temperatura del mare è molto elevata (il sole è a picco) e ciò fa sí che l’aria immediatamente sopra la superficie marina si scaldi, si espanda e quindi tenda a salire perché piú leggera; in tal modo viene richiamata aria dalle zone circostanti (che possono essere a migliaia di chilometri) e in particolare dalle aree di piú alta pressione. Risultato: l'aria tende a spirare dal continente asiatico all’Oceano Indiano.

E quando da noi è estate?
Durante la nostra estate, il continente asiatico si scalda molto piú del mare perché questo tende a mantenere costante la sua temperatura, mentre la terra aumenta rapidamente la propria temperatura sotto il sole a picco; quindi avviene l'esatto opposto: l’aria è risucchiata dall’Oceano Indiano verso il continente asiatico.

Cosa avviene in quota?
Poiché l’aria non si può creare o far scomparire, in quota il movimento è opposto. Se si considera la pressione a una certa quota, diciamo 10.000 metri, questa ha comportamento generalmente inverso rispetto al suolo. Semplificando, possiamo immaginare che l’aria fredda “si concentri in basso”, perché piú pesante, aumentando cosí la pressione al suolo e riducendo quella in quota; viceversa per l’aria calda: questa sale e “comprime” l’aria negli strati alti dell’atmosfera. Quindi, in prima approssimazione, dove c’è aria fredda al suolo, la pressione è alta al suolo e bassa in quota; viceversa dove c’è aria calda al suolo. Da notare che i termini “alta” e “bassa” si riferiscono alla pressione “media” di una certa quota: la pressione in ogni caso scenderà costantemente, man mano che ci si alza di quota.

Dove va a finire l’aria del monsone?
A questo punto si può immaginare il flusso d’aria monsonica come un tapis roulant simile a quelli delle casse del supermercato: dove c’è bassa pressione al suolo, l’aria sale in quota, dove la pressione è alta; di qui l’aria spirerà, rimanendo alla stessa quota, nella direzione in cui la pressione si riduce, e cioè verso le zone di alta pressione al suolo. Qui si raffredderà, scenderà al suolo e quindi sarà risucchiata di nuovo verso le zone di bassa pressione al suolo. Tutto ciò costituisce però una semplificazione notevole: in realtà le correnti aeree a bassa e ad alta quota si spostano in direzioni spesso diverse dall’esatto opposto perché la pressione non è bassa o alta in due soli punti della Terra, ma continuamente si formano zone di alta e bassa pressione a quote diverse in zone diverse. Una cosa curiosa: le nostre tramontana e brezza marina estive non sono altro che un “minimonsone” a ciclo giornaliero invece che annuale…

Com’è quindi il clima maldiviano durante l’anno?
In pratica, alle Maldive il monsone si presenta generalmente da est-nordest durante il nostro inverno e da ovest-sudovest durante la nostra estate. Poiché l'aria sul mare si carica d'umidità, quando il monsone proviene da sudovest è piú umido rispetto a quando proviene da nordest; infatti a nordest delle Maldive vi è l’India e l’aria indiana, già ben piú secca dell’aria marina, deve attraversare un tratto di mare relativamente breve rispetto all'aria marina che proviene dall’immensa distesa acquatica dell’Oceano Indiano.

Perché si sente parlare di monsone secco, umido, oppure estivo o invernale?
Si usa cosí definire il monsone "secco" quando il vento proviene da nordest e "umido" quando proviene da sudovest; i due termini aiutano a capirsi, ma, come già accennato, sono impropri perché, di monsone, ce n’è uno solo e oltretutto è la causa del vento, non il vento in sé. Per comprendere appieno la sua natura intrinseca, bisognerebbe considerare il monsone quello che realmente è: un fenomeno meteorologico permanente di dimensioni quasi globali (un po’ come la famosa “macchia rossa” di Giove) da contrapporsi, per esempio, al temporale che è invece un fenomeno limitato nel tempo e nello spazio; quindi continueremo a chiamarlo cosí perché è facile, ma è importante sapere che è come definire luce una lampadina… “Monsone estivo” o “invernale” sono invece espressioni ben piú lontane dalla realtà perché ai tropici non esistono estate e inverno, anche se è indubbio che il monsone è collegato alle nostre due stagioni estreme.

Com’è l’umidità nei due periodi alle Maldive?
A dispetto di quel che si potrebbe pensare a prima vista, la differenza d'umidità nei due periodi è minima; tuttavia il clima tropicale è molto instabile e anche una piccola variazione di pressione o umidità può determinare cambiamenti notevoli. Ecco perché nei mesi umidi (da metà maggio a metà novembre) il clima è piú instabile e cade tre volte la pioggia che si presenta nei mesi secchi. 

Il monsone è sempre costante?
Da notare che il monsone non è un fenomeno assolutamente costante; il vento assume infatti direzioni variabili e cosí, per esempio, durante il periodo umido può ruotare, anche in una sola giornata, da ovest a sudovest, a sud e poi ancora a nordovest, senza una logica apparente; In ogni caso, la provenienza da sud e da ovest rimane dominante, mentre nel periodo secco domina la provenienza da nord e da est.

Il monsone cambia direzione di colpo e sempre negli stessi giorni dell’anno?
Altra conseguenza dell’incostanza del monsone sono i cosiddetti “periodi di cambio”, quando il monsone inverte la sua direzione media. Questo avviene statisticamente a metà novembre e metà maggio, ma anche queste date sono molto variabili (fino a 6-7 settimane). In pratica il vento che per i sei mesi precedenti proveniva da una certa direzione, pian piano si calma e successivamente comincia a “tirare” dalla direzione opposta. Il tempo, di conseguenza, varia gradualmente da una condizione piú stabile a una meno stabile e viceversa.

Secco uguale bello e umido uguale brutto?
In media, come s’è visto, il tempo è migliore fra metà novembre e metà maggio e piú instabile e piovoso fra metà maggio e metà novembre. Considerando tuttavia la variabilità ampiamente descritta, capita spessissimo di trovare lunghi periodi di sole durante il “monsone umido” e diversi giorni di pioggia durante il periodo secco.

E’ possibile prevedere il tempo alle Maldive?
Analizzando le statistiche di pioggia e ore di sole, si può giungere a una sola conclusione sensata: a febbraio e marzo il tempo è in genere bello ed è difficile infilare piú di 2-3 giorni di cielo coperto e nuvole, con al massimo qualche pioggerella. Il resto dell’anno è troppo aleatorio perché si possa descrivere con certezza. E’ vero che dicembre è piú secco di maggio, in termini di pioggia, ma a dicembre e a gennaio possono capitare sequenze inaspettatamente lunghe di cielo coperto anche solo con qualche pioggerella, mentre a maggio magari viene giú un finimondo per mezza giornata (durante la quale si scarica piú acqua che in tutto dicembre e gennaio messi insieme) e poi è finita lí.

Come sono le piogge maldiviane?
E’ necessario prendere le statistiche con le pinze: la stagione umida è caratterizzata da violenti acquazzoni, mentre in quella secca le piogge tendono a essere piú “inglesi”; la fregatura è in agguato: la poca pioggia di gennaio non significa sempre molto sole e i 200 mm di luglio (tre volte piú di febbraio) magari equivalgono a due soli acquazzoni in un mese, piú 29 giorni di tintarella…

Insomma, che tempo farà?
Riassumendo, l’idea piú chiara che ci si può e ci si deve fare prima di partire per le Maldive è che febbraio e marzo sono i mesi piú belli dell’anno; per il resto è spesso tutto affidato al fato che, nella stragrande maggioranza dei casi, rimane favorevole a chi ama il sole e l'abbronzatura; inoltre, alcuni accorgimenti possono ulteriormente ridurre il rischio variabilità.

Che effetto hanno il vento e le maree sulla visibilitá nel mare?
Alle Maldive, vento e condizioni del mare sono strettamente legate. Come s’è detto, il monsone manifesta il piú delle volte le caratteristiche di una brezza che può essere piú o meno tesa durante tutto l’anno. Quando è piú consistente, in genere il mare è piú increspato e “fastidioso” per lo snorkeling; inoltre, se si sommano gli effetti delle maree e dalle correnti da queste generate, le condizioni del mare possono impedire di godersi lo spettacolo marino perché la visibilità può ridursi di parecchio.

Quali sono i periodi di migliore visibilità nel mare?
Al di là degli effetti del plancton, che comunque non sono trascurabili e variano durante l’anno a seconda della località, in superficie la visibilità è ottima intorno al culmine delle basse maree estreme (luna nuova e piena) in condizioni di vento debole (polvere corallina in quiete sul fondo), pessima durante le alte maree estreme (stesse lune, ma circa 6 ore piú tardi) con vento forte (polvere corallina e plancton facilmente in sospensione per effetto della luna e delle turbolenze). Per il resto, le condizioni variano gradualmente fra questi due estremi. Il massimo di visibilità in genere si ottiene quando la bassa marea è estrema e al mattino perché proprio in questo momento della giornata il vento è generalmente piú debole (il sole alto genera piú instabilità atmosferica). Se si cercano condizioni ideali per la fotografia in snorkeling, quindi, bisognerà riferirsi a quelle mattine calme di bassa marea estrema, dalla 10.30 in poi (orario dei resort, +1 ora rispetto a Male), quando anche la luce è nelle condizioni migliori; da evitare, evidentemente, i pomeriggi di alta marea.

Cosa devo considerare per scegliere la(e) settimana(e) giusta(e)?
Scegliere accuratamente le date di partenza e di ritorno può aiutare molto l’appassionato di fotografia in snorkeling o, piú semplicemente, chi ama osservare l’impareggiabile vita marina maldiviana. Cosí includere una luna nuova o piena nel mezzo del periodo di vacanza, e magari viaggiare nei periodi prossimi al cambio del monsone (quando il vento è mediamente ai minimi dell’anno) renderà massima la probabilità di godersi lo spettacolo delle Maldive appena sotto la superficie, nelle condizioni migliori possibili.

Com’è il tempo mese per mese e come scelgo il periodo piú adeguato alle mie esigenze?
Riporto qui uno schema che può aiutare a decidere il periodo che meglio si confà alle proprie esigenze in termini di tempo, denaro e meteo. Sottolineo che questi “consigli” si basano certamente sull’esperienza personale, ma soprattutto sulla consapevolezza che il clima maldiviano è praticamente imprevedibile, anche se con alcuni accorgimenti si può ridurre notevolmente il “rischio meteo”. Ovviamente, nei periodi fra un mese e l’altro, il tempo manifesterà un comportamento intermedio: per esser piú sicuri, è utile basarsi sul mese “peggiore” fra i due.

- Gennaio: almeno due settimane per chi può permetterselo, possibilmente dopo il 6 gennaio, quando è economicamente meno assurdo; leggere anche dicembre.
- Febbraio: qualunque durata, caro.
- Marzo: qualunque durata, caro.
- Aprile: almeno due settimane e, escluso Pasqua (carissimo e, per una sola settimana, rischioso), abbastanza economico.
- Maggio: almeno due/tre settimane, super-economico.
- Giugno: almeno due/tre settimane, meglio ancora tre, super-economico.
- Luglio: almeno due/tre settimane, molto economico.
- Agosto: è uno dei mesi meno convenienti dell’anno; per essere sicuri del tempo, sarebbe opportuno starci almeno tre settimane; tuttavia ciò obbliga a includere Ferragosto, carissimo; se proprio non si può farne a meno e si è disposti a spendere una fortuna…
- Settembre: almeno tre settimane, economico.
- Ottobre: almeno tre settimane, molto economico.
- Novembre: almeno due settimane, meglio ancora tre, molto economico.
- Dicembre: almeno due settimane, economico fino a metà dicembre, assurdo nel periodo natalizio e di Capodanno (il piú caro); se proprio non si può fare a meno e si è disposti a spendere una fortuna… Leggere anche gennaio.

Riassumendo, caro Ghevèn, che periodo mi consigli?
Analizzando questo schema, i consigli che mi sento di proporre per rendere massima la probabilità di godersi una vacanza alle Maldive con tanto sole e in modo economicamente ragionevole sono:

- evitare per quanto possibile le settimane che includono Natale, Capodanno, l’Epifania, Pasqua, certi ponti che casualmente possono presentarsi interessanti (come 25 aprile-primo maggio con sabato e domenica a metà) e Ferragosto: i prezzi sono assurdi; inoltre a Ferragosto il rischio meteo è molto alto;

- se si dispone soltanto di una settimana a disposizione, scegliere febbraio o marzo: il rischio meteo è il minore dell’anno;

- da metà luglio alla fine di novembre sarebbe opportuno prenotare tre settimane almeno, visto il rischio meteo;

- da aprile a metà luglio e la prima metà di dicembre sono i periodi ideali per chi può permettersi “solo” due settimane;

- incontrerete sempre chi vi dirà: “Sono stato tre volte a luglio e ho avuto sempre sole!”, “A febbraio non ho mai visto una goccia di pioggia!”, “Sono stato a maggio e pioveva sempre!”, ecc. Non basatevi solo sull’esperienza pregressa di chicchessia: può succedere tutto il prevedibile e l’imprevedibile in qualunque periodo dell’anno;

- ricordatevi che questi consigli non sono assoluti, ma basati sulle statistiche e volti a minimizzare il rischio meteo, non ad annullarlo. Non è detto che una guida prudente preservi da un incidente, ma una guida pericolosa lo rende molto piú probabile…

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